A quarter century of solidarity

XXVIth European Conference of Support To the Saharawi People

Brussels 24, 25 and 26 November 2000

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RISOLUZIONE FINALE EUCOCO 2000

 

Riunitasi a Bruxelles e a La Roche en Ardenne (Borzée), il 24, 25 e 26 novembre 2000, la 26a Conferenza di sostegno al popolo sahrawi ha riunito 325 partecipanti provenienti dai seguenti paesi: Algeria, Australia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Lesotho, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Sahara Occidentale, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, Venezuela.

Questi 25 anni di solidarietà &endash; sostegno politico, difesa dei diritti umani, iniziative di mobilitazione popolare, di informazione e di sostegno reciproco &endash; sono stati l'occasione di attività importanti, ma anche di gioia e di riconferma dell'attaccamento incrollabile alla giusta causa del popolo sahrawi per il suo diritto inalienabile all'indipendenza, attraverso la realizzazione di un referendum di autodeterminazione organizzato e controllato dalle Nazioni Unite.

La Conferenza ha accolto una importante delegazione del Fronte Polisario, guidata dal suo Segretario generale Mohamed Abdelaziz, ed è stata solennemente aperta alla presenza del presidente e del vicepresidente degli intergruppi "Pace per il Popolo Sahrawi" del Parlamento Europeo, del Belgio e della Svizzera, degli ambasciatori del Lesotho, dell'Algeria, di Cuba, del Burundi, del Costa Rica, del Ghana, della Nigeria, del Madagascar, della Mauritania e dell'OUA, oltreché di numerose personalità del Belgio, di rappresentanti di associazioni marocchine e del politologo Ahmed Benani. Una delegazione di numerose associazioni algerine, guidata dalla Sig.ra Saïda Benhabyles, si è unita ai lavori. La Conferenza, dopo aver esaminato gli ultimi sviluppi dei negoziati condotti in Europa (Londra e Berlino) dall'inviato speciale del Segretariato generale delle Nazioni Unite, l'Ambasciatore James Baker, valuta positivamente il fatto che il Consiglio di sicurezza abbia riaffermato, il 30 ottobre 2000, "il suo pieno appoggio agli sforzi fatti dalla Missione delle Nazioni Unite per l'organizzazione di un referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO), allo scopo di far applicare il Piano di regolamento e gli accordi adottati dalle parti, riguardanti la realizzazione di un referendum libero, regolare e imparziale per l'autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale."

La Conferenza denuncia la strategia del nuovo re Mohamed VI, che consiste in un rifiuto sistematico dell'attuazione del piano di pace e richiama l'ONU alla stretta applicazione degli accordi di Huston, allo scopo di permettere di fissare definitivamente il calendario e le tappe che debbono condurre al referendum di autodeterminazione del popolo sahrawi. L'ONU non può lasciarsi imporre la strada verso una pseudosoluzione suggerita dalle potenze alleate del Marocco, che si allontana dalla consultazione popolare e dal rispetto dei diritti del popolo sahrawi a decidere del proprio destino. Trattandosi di un problema di decolonizzazione nessuna proposta può sostituirsi al pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni pertinenti dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, unico quadro di riferimento, non aggirabile, per una soluzione giusta e durevole del conflitto nel Sahara Occidentale che rispetti l'espressione libera del popolo sahrawi.

La Conferenza si preoccupa della situazione di "né guerra né pace" e dell'assenza di progressi della MINURSO poiché si tratta di una negazione dei diritti umani delle popolazioni civili sahrawi, che è anche propizia alle numerose violazioni dei diritti dell'uomo e dei diritti economici e sociali delle popolazioni sahrawi nei territori occupati dalle forze di occupazione marocchine.

L'Europa, la Francia e la Spagna in particolare, devono abbandonare il loro atteggiamento di falsa neutralità che si traduce nei fatti in una complicità diretta con il Marocco. In nome di un appoggio ad una apertura democratica in Marocco, l'Europa fornisce un diretto sostegno all'intransigenza marocchina nei confronti dell'autodeterminazione dell'ultimo popolo colonizzato dell'Africa.

L'Europa deve condurre la Spagna a denunciare gli accordi di Madrid del novembre 1975, smettere di concludere con il Marocco degli accordi che violano l'integrità e le risorse del Sahara Occidentale. Essa deve impegnarsi attivamente con l'OUA e l'ONU allo scopo di contribuire alla costruzione di un Maghreb riunificato e in via di sviluppo nel rispetto di un partenariato per la pace fondato sul riconoscimento di tutti gli Stati della regione e dunque anche della Repubblica Araba Sahrawi Democratica.

La Conferenza si felicita per la presenza della stampa e delle numerose associazioni marocchine realmente preoccupate per della protezione dei diritti delle popolazioni sahrawi. Essa si associa a tutti coloro che, in Marocco, militano per la comprensione della posta in gioco della pace e l'avvento di una soluzione degna e rispettosa dei diritti del popolo sahrawi.

La Conferenza si è riunita in diversi laboratori allo scopo di definire i calendari e il programma d'azione per la mobilitazione dell'opinione pubblica e dei media in favore del sostegno alla giusta causa sahrawi. Oltre alla mobilitazione delle forze politiche e sindacali, un'attenzione particolare è stata data all'allargamento dell'azione di solidarietà in Africa, in America latina e negli Stati Uniti. Un apposito laboratorio ha trattato dell'urgenza della protezione dei diritti umani sahrawi nella situazione attuale e della messa a punto di un sistema di allerta internazionale. Due laboratori, "osservatori" e "diritti umani", hanno beneficiato della consulenza della Commissione dei giuristi internazionali che ha tenuto un seminario parallelamente ai lavori della 26a Conferenza EUCOCO. L'aiuto materiale e umanitario è stato l'oggetto degli incontri tra le associazioni umanitarie, sanitarie e ONG internazionali specializzate allo scopo di raccordare con il ministro della Cooperazione sahrawi e la Mezzaluna Rossa sahrawi e algerina le priorità in materia di sanità, di trasporto, di educazione, di comunicazioni, di agricoltura e di orticoltura, di attrezzature e di energia, di preparativi per il ritorno nei territori liberati.

Concludendo i suoi lavori, la Conferenza riafferma con forza il suo sostegno alla lotta del popolo sahrawi e al Fronte Polisario, i soli autorizzati a determinare il destino del popolo sahrawi. Essa indirizza a tutto il popolo sahrawi e in particolare alle donne sahrawi e alle loro organizzazioni i suoi fraterni saluti e la sua immancabile solidarietà.

Per seguire e coordinare l'azione di solidarietà dei comitati e delle associazioni di sostegno, delle organizzazioni delle donne, dei giovani, delle città e dei comuni gemellati, per assicurare i collegamenti con i diversi osservatori nazionali del referendum, con gli intergruppi parlamentari, l'ONU e le altre iniziative internazionali di sostegno al popolo sahrawi, negli Stati Uniti e in Africa in particolare, la Conferenza conferma la Task Force EUCOCO che lavorerà in collegamento con il ministro sahrawi delegato per l'Europa M. Sidati.

Terminando questo incontro, la Conferenza esprime il suo pieno e completo sostegno al popolo palestinese, anch'esso in lotta per il rispetto del suo diritto a uno stato sovrano e vitale con Gerusalemme per capitale.

La 27a Conferenza e la Conferenza delle città gemellate si terranno nel 2001 in Spagna e in Italia. La Conferenza internazionale dei giuristi per il Sahara si terrà a Parigi.

Borzée, 26 novembre 2000.


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