IL SISTEMA SOCIALE

In seguito ai fatti politici che stavano accadendo nel Sahara Occidentale il 27 febbraio 1976, ad opera del Fronte Popolare di Liberazione del Seguiat el Hamra e Rio de Oro (Fronte Polisario), viene proclamata la Repubblica Araba Sahrawi Democratica, cioè la nascita su un territorio non autonomo di uno stato "libero, indipendente e sovrano". Tra la fine del 1975 e la primavera del 1976 infatti migliaia di sahrawi fuggono verso il confine algerino e giungono a Tindouf dove si organizzano le prime tendopoli di profughi sotto la protezione del Fronte ed ospitati dagli algerini. Da allora i campi profughi si sono strutturati sempre più ed hanno continuato ad ospitare fuggiaschi dal Sahara Occidentale finché è stato possibile fuggire, fino ad ospitare attualmente circa 200.000 persone.

fotografia La veduta di una piccola tendopoli Attualmente nei campi profughi è vigente uno stato che dovrebbe avere come territorio l'ex-Sahara spagnolo e come cittadini tutti i sahrawi, per questo, talvolta, si parla di R.A.S.D., riferendosi ai campi profughi in territorio algerino. La Carta Costituzionale risale al `76, rivista nell'agosto 1977 e rivista ancora nell'ottobre 1982 e rinnovata il 19 giugno 1991.
Essa si fonda sul principio dell'unità de popolo laddove per nazione si intende la comunità araba: si è voluto in tal modo sottolineare la natura socialista dello stato e l'elemento comunitario che ha sempre costituito un tratto fondamentale della società indigena. L'elemento più significativo va colto nella complessa struttura politico-amministrativa della R.A.S.D., creata con lo scopo evidente di evitare un vuoto di potere del quale potessero approfittare l'espansionismo marocchino e mauritano. Essa si fonda sulla stretta interrelazione tra apparato ideologico e apparato statale, presentando dei tratti del tutto originali. Il popolo è raggruppato in 4 provincie (wilayas) a loro volta suddivise in comuni (dairas), 25 nel complesso (figura 3 e 4).
Ogni anno si riunisce un Congresso popolare di base, uno in ogni daira al quale partecipa la quasi totalità degli abitanti e che elegge il "sindaco" dopo aver valutato i problemi ed i programmi a questo livello; ogni quattro anni elegge anche i propri rappresentanti al Congresso nazionale. Questo a sua volta designa i membri che compongono il Consiglio della Rivoluzione ed i membri dell'Ufficio politico del Fronte Polisario (partito unico).
Il Consiglio della Rivoluzione, che esercita il potere esecutivo e determina gli indirizzi politici fondamentali dello Stato, si fonde con il Comitato esecutivo del Fronte Polisario, infatti, il segretario del Fronte svolge anche le funzioni del Presidente della Repubblica. Inoltre, il Consiglio della Rivoluzione procede alla nomina del Consiglio dei Ministri, la cui competenza è di natura strettamente tecnica. L'attività giudiziaria è svolta da un tribunale in ogni daira, una corte d'appello in ogni wilaya e una suprema corte a livello nazionale. Tra le strutture del Fronte Polisario e gli organismi della R.A.S.D. esiste una stretta connessione, pur nella reciproca autonomia: ciò non risponde ad una precisa teorizzazione politica, ma piuttosto all'esigenza di evitare i rischi di disgregazione prodotti dall'esodo, di rafforzare la coesione e la mobilitazione sociale, nonché di intensificare lo sforzo militare di tutto il popolo.
La partecipazione popolare e l'iniziativa dal basso si esprimono negli organismi di base, ai due livelli della daira e della wilaya, delle quali sembra opportuno descriverne la composizione e le finalità.
Nella daira la popolazione è raggruppata in cellule di 10 membri che scelgono un responsabile incaricato della formazione ideologica. L'Assemblea del popolo si riunisce ogni due anni per eleggere un Consiglio popolare con funzioni amministrative. Inoltre, nell'ambito della daira sono previsti 5 Comitati popolari, competenti nei settori chiave: educazione, sanità, affari sociali, approvvigionamento alimentare, artigianato). In tal modo la popolazione è inserita in tre strutture: Congresso popolare di base, cellule (che assolvono ad una funzione ideologica), Comitato popolare (competente circa le questioni amministrative, economiche e di gestione dei servizi). Queste tre strutture sono coordinate da: un consiglio popolare per l'amministrazione, un dipartimento per l'orientamento ideologico (comprendente i responsabili delle cellule e un commissario politico) e da dipartimenti specializzati che riuniscono i vari comitati popolari e ne guidano l'azione con un direttore per ogni settore.
La wilaya comprende un Consiglio popolare, formato dai presidenti dei consigli delle dairas, dai direttori dei dipartimenti e dal Wali (prefetto di nomina governativa che lo presiede); inoltre la wilaya comprende un dipartimento di formazione ideologica, anch'esso retto dal Wali e composto dai presidenti dei consigli di daira e da altri commissari politici. Non vi è una distinzione netta tra il personale dei due organismi di base:
chiunque abbia una carica a livello di daira entra automaticamente a far parte degli organi della wilaya. In tal modo, da un lato viene sollecitata una intensa mobilitazione di massa, dall'altro si garantisce l'efficienza amministrativa, attraverso la partecipazione collettiva ai processi decisionali e senza dover fare ricorso a mediazioni gerarchiche o a controlli burocratici.
E' dunque in vigore un meccanismo di coordinamento e di consultazione tra le varie istanze, a riprova del carattere democratico ed egualitario della società sahrawi, anche se negli ultimi anni, con la stagnazione del processo di pace e la tendenza, specie da parte dei giovani, a credere nella soluzione armata del conflitto, talvolta si riscontrano più o meno velate dissidenze. Un ruolo decisivo è svolto dalla donna, la cui condizione è alquanto diversa dalle forme tradizionali prevalenti in altre società islamiche.
La donna sahrawi è impegnata in tutti i campi dell'attività produttiva e della vita civile e riceve anche un'istruzione militare. Questo dato conferma anche la relativa indipendenza dai codici islamici dei sahrawi. Inoltre, sebbene le condizioni oggettive hanno imposto il ricorso alle armi ed anche attualmente si mantiene un ampio apparato militare, questo penetra nella vita civile il meno possibile pur senza che sia negato. L'insegnamento è svolto su tre diversi livelli: l'insegnamento prescolare (scuole materne o coraniche) dove si insegna l'alfabeto e le prima nozioni di Corano; l'insegnamento primario, nelle scuole elementari presenti quasi in ogni daira; l'insegnamento secondario (corrispondente alla nostra scuola media).
Tutta la popolazione sahrawi ospite dei campi profughi vive in tende tutte uguali (diverse dalle tende tradizionali dei nomadi), costruite in loco con stoffa dell'O.N.U. o del nord-Europa. Hanno una dimensione variabile tra i 15 ed 30 mq. con stuoie e tappeti per base e dei materassi sintetici disposti a perimetro della tenda per sedersi e per dormire. Non ci sono sedie e tavoli, si sta seduti sui materassi o per terra anche per mangiare.
fotografia Una tenda Dentro le tende si può trovare qualche piccolo mobiletto per riporre le poche cose disponibili, molte coperte per il rigido inverno, cuscini ed il necessario per il thè. L'interno di una tenda con il necessario per il thè Il thè per i sahrawi rappresenta la bevanda tradizionale per eccellenza, viene fatto in un particolare modo che si può ritrovare anche in alcune zone della Mauritania, dell'Algeria e Tunisia. Ogni tenda ha a disposizione un vassoio, bicchieri, teiera e zucchero per offrire del thè a qualunque ora ed a chiunque si presenti. Il modo tradizionale di preparare questo thè necessita di circa un'ora di tempo perché prevede che sia ripetuto per tre volte (il primo bicchiere è amaro come la vita, il secondo è dolce come l'amore e il terzo è soave come la morte). In questo modo il thè diventa un rituale che ripetuto diverse volte al giorno (da uomini e donne indifferentemente) serve a riempire le lunghissime giornate nel deserto ed a facilitare la socializzazione.
Una tenda viene costruita ogni volta che si forma un nuovo nucleo familiare e vicino a questa si costruisce anche una casetta in mattoni (fatti di argilla ed essiccati al sole), coperta con metallo, che servirà da cucina.
fotografia Una casa ancora in costruzione Da qualche anno molte famiglie hanno iniziato a costruire anche dei bagni (con fosse a dispersione nel terreno) e delle ulteriori costruzioni (costruite sempre con i mattoni di argilla che si prende scavando attorno al luogo della costruzione stessa), che vengono utilizzate in inverno per proteggersi dal freddo. Questo costruire è aumentato molto da quando il processo di pace è divenuto stagnante e molte persone che sono stanche di vivere questo tipo di vita hanno deciso di adeguare un poco la loro abitazione al trascorrere degli anni. Il governo non incentiva queste costruzioni, come fa con la tenda che viene concessa, ma non le ostacola in nessun modo.
Tutte le necessità primarie, materiali degli individui sono soddisfatte dal governo che, attraverso il Comitato dell'alimentazione della daira, distribuisce dal tabacco per gli uomini al thè, dallo zucchero alla farina, dal latte in polvere ai vestiti ed al gas per l'illuminazione e per la cucina. In teoria ogni famiglia dovrebbe avere le stesse cose, ma in realtà, si possono notare delle differenze che esistono tra tenda e tenda in virtù di qualche soldo o di qualche capra o pecora in più che viene allevata ai margini della tendopoli con i magri avanzi dell'alimentazione degli uomini. La situazione economica nei campi è definibile come di "socialismo reale" (situazione che aldilà dei convincimenti ideologici è data dalla contingenza dei fatti), dipendendo tutto dagli aiuti umanitari dei vari organismi internazionali (O.N.U., P.A.M., H.C.R., C.E.E., ecc.), dal governo algerino e dalla solidarietà internazionale che forniscono gli aiuti direttamente al governo e che poi vengono ridistribuiti.
Alcuni sahrawi ricevono ancora una pensione dal governo spagnolo per i lavori effettuati durante il colonialismo o perché i loro genitori hanno collaborato con l'esercito spagnolo o per altri servizi durante il colonialismo, il che consente di avere dei soldi (pochissimi) per acquistare alle "boutiques" (piccoli bazar gestiti da privati, ma con materiali e prezzi imposti dal governo) piccole cose ed alimenti diversi per le feste e le occasioni particolari. Inoltre, qualcuno che si era rifugiato nei campi profughi, ma portando con se del denaro, ha acquistato un fuoristrada e lavora facendo viaggi verso Tindouf o verso la Mauritania per trasportare persone o merci e facendosi pagare con un po' di soldi.
La moneta che circola (di cui il governo ha negato l'esistenza fino a poco tempo fa) è il dinaro algerino; effettivamente, però, essendo il fenomeno diffuso, ma di piccole dimensioni, si può affermare che non esiste moneta (poco diffuso anche lo scambio) se non per acquistare beni di tipo "occidentale" come lampadine a batterie (non c'è corrente elettrica nei campi), radio, pannelli solari, farmaci introvabili nei campi, ecc., che devono essere acquistati a Tindouf o ad Algeri. Oltre a queste costruzioni (tenda, cucina, bagno) di ogni nucleo familiare, riunite in quattro quartieri per daira (barrrios) disposti in quadrato, in una daira si trovano anche il Centro della daira, dove si fanno le feste della daira e dove hanno sede gli uffici amministrativi, il dispensario, una stanza per le riunioni, i magazzini dei materiali.
Ci sono poi delle costruzioni facenti parti dell'organizzazione provinciale, come le scuole, l'ospedale, la caserma della polizia, i magazzini, l'amministrazione, la reception per le delegazioni di stranieri che sono in visita ai campi, gli orti. Normalmente nei campi vivono donne, bambini, anziani e uomini adulti impegnati in qualche settore: amministrazione, scuola, ospedale, agricoltura, polizia, trasporto di acqua; gli altri uomini sono al fronte, nei territori liberati del Sahara Occidentale, ed anche se la guerra è momentaneamente sospesa, questa assenza è visibile e le donne la ripropongono spesso nei loro discorsi. Durante il giorno ci sono numerosi camion che fanno la spola da una tendopoli all'altra ed è frequente trovare la gente lungo le "strade" o ai posti di controllo all'ingresso delle tendopoli che chiede di essere trasportata per andare al lavoro o per spostarsi per propri interessi da un luogo ad un altro, considerando che le distanze sono cosi grandi ed il clima è così duro da non potersi spostare a piedi.
Durante l'inverno ed i brevi periodi di primavera ed autunno, la gente è attiva tutto il giorno; soprattutto le donne che devono svolgere tutti i compiti di gestione della tenda (compresa la manutenzione che deve essere frequente) e della daira, partecipare a riunioni, incontri, ecc (quasi ogni donna è inserita in un comitato).
Solo alla sera si concedono riposo in compagnia della famiglia o in qualche festa da amici o dell'intera daira. In estate, invece, molte attività si svolgono di notte ed al mattino, lasciando il pomeriggio per il riposo a causa del caldo. Tenere la popolazione impegnata è una strategia ben precisa altrimenti le giornate sotto il sole sarebbero infinitamente lunghe ed i quasi 20 anni di esilio sarebbero stati fatali all'unione del popolo sahrawi; si sono allora trovati lavori per tutti, tutto è organizzato ed indirizzato secondo pianificazioni di daira, wilaya e nazionali.
fotografia Una strada che divide due barrios


Capìtolo pròssimo: 5. La storia: dalle origini fino al 1975,
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